Con tre importanti iniziative in cantiere in occasione del ventennale dalla riapertura e dei centoventi anni dall’inaugurazione.Conti in ordine, spettatori in aumento e ottima qualità dell’offerta sono da tempo le ragioni del successo della Fondazione Teatro Massimo di Palermo.
Per il successo ormai consolidato del Teatro Massimo di Palermo, arriva anche la conferma dei numeri: il 29 aprile scorso il Consiglio d’indirizzo dell’Ente ha approvato per la quarta volta consecutiva un bilancio attivo, con un utile netto triplicato rispetto a quello del 2015 e tutti gli indicatori di performance in ascesa: consistente incremento degli spettatori, della percentuale di occupazione della Sala Grande e delle alzate di sipario, maggiore punteggio del Fondo Unico Spettacolo per il valore della produzione.
In particolare si registra una crescita netta del 41% delle entrate proprie, le cui motivazioni di fondo -come ha spiegato il sovrintendente Francesco Giambrone- risiedono in un “rilancio della produzione” che ha prodotto “un significativo aumento degli spettatori”, non disgiunto da “un accurato monitoraggio dei costi”; un’analisi confermata anche dal sindaco Orlando, presidente della Fondazione, che ha sottolineato, riguardo all’offerta culturale del Massimo, l’importanza della sua “straordinaria sintonia con la città”. Hanno contribuito al risultato anche i notevoli introiti derivanti dalle visite guidate, dagli investimenti privati nonché le premialità statali riservate agli Enti con un triennio di bilanci attivi. Parte dei fondi del Patto per Palermo è stata invece utilizzata per divulgare la cultura lirico-teatrale presso il vasto pubblico, grazie a progetti solidali come Operacamion ed Estate in piazza.
Centoventi anni da protagonista
I galvanizzanti risultati dell’ultimo report di bilancio del Massimo giungono in un periodo quanto mai significativo per l’Ente, che a breve si appresta a celebrare una duplice ricorrenza: venti anni dalla sospirata riapertura del 12 maggio 1997 (dopo una sospensione delle attività protrattasi per ventitré anni), e soprattutto, il prossimo 16 maggio, ben centoventi anni dalla prima inaugurale del 1897 con il Falstaff di Verdi.
Terzo per dimensioni in Europa dopo le Opere di Parigi e Vienna, il Massimo di Palermo ha sempre riflettuto il clima storico-culturale della città, fino alla rinascita civile del 1997, quando in cui un doppio concerto contribuì a sottolineare la forte valenza simbolica del momento, con l’orchestra e il coro del Massimo diretti da Franco Mannino e Claudio Abbado, da sempre legato a Palermo da un rapporto speciale, alla guida dei Berliner Philarmoniker.
Tre iniziative nel segno della “Resurrezione”
Come nella ricorrenza del centenario (16 maggio 1997), il programma del prossimo 12 maggio prevede brani quanto mai adatti al felice momento attuale: la monumentale sinfonia n. 2 di Mahler “Resurrezione”, nella quale viene idealmente rappresentato il ciclo dell’eterno ritorno e dunque la speranza della resurrezione nel grandioso corale conclusivo con valore beneaugurale.
Tra gli altri eventi in calendario per la celebrazione degli anniversari, la mostra “Artisti e artigiani di eccellenza” a cura di Gloria Martellucci dell’Associazione Amici del Teatro Massimo e della musicologa Anna Tedesco, immaginata sotto forma di carrellata storica delle migliori creazioni prodotte dalle maestranze del Massimo. E sono anche prossimi i lavori di ammodernamento tecnologico e di riqualificazione delle componenti architettonico-ornamentali dell’edificio, progettati in modo da garantire la normale prosecuzione delle attività sceniche, affinché il Massimo, già “casa dei palermitani”, sia sempre più il centro propulsivo di “una rinascita culturale, sociale ed economica”.